Dopo solo 2 mesi di pratica, la mia curiosità razionale e emozionale mi indirizzarono alla lettura dei primi libri di yoga. Scoprii un mondo che sentivo mio. In realtà non era una scoperta, ma una rinascita.
Il mio sentiero yogico
Avevo 42 anni e capii il significato di "colpo della strega". In effetti, le streghe non fanno sconti, soprattutto quando si tratta di dimostrare la propria forza: hanno un ego esagerato!
La "mia" strega (ero forse io?) si era concentrata sulla parte destra della mia schiena e si divertiva a tirarmi posteriormente la gamba omolaterale. La parte sinistra era meno malmessa, ma questo aveva un significato, che iniziai a comprendere molti anni dopo.
I movimenti privi di dolore erano pochi. Il mio corpo era riuscito a fare ciò che non era in grado di fare la mia mente inquieta e maleducata: rallentare fino, a volte, a fermarsi. Anche questo aveva un significato, che iniziai a comprendere molti anni dopo.
La risonanza magnetica evidenziò una protrusione discale a livello lombare, che mi causava la lombosciatalgia, ovvero il colpo della strega. Una mia amica mi passò il numero di telefono di un centro (Om Shanti) dove facevano massaggi ayurvedici..... parola già sentita, ma che echeggiava nel vuoto del mio sapere al riguardo: vabbè!!! Andiamo.
Conobbi Cristina. I suoi massaggi ayurvedici alleviarono il dolore, fino a farlo sparire e il mio senso di benessere generale aumentò. Stavo meglio e, ovviamente, mi allontanai dalla Om Shanti, pur lasciando in memoria il numero di cellulare di Cristina.
Avevo 47 anni e la "mia" strega si rifece viva, più arrabbiata di prima: le protrusioni erano diventate 5, ovvero tutti i dischi intervertebrali lombari. Un buon risultato, direi!
Tornai da Cristina e stavolta una vocina dentro di me mi disse di iniziare a fare yoga con lei. Avevo sempre rifiutato gli inviti di Cristina a iniziare a praticare yoga. Nella mia vita avevo provato un paio di volte, ma non avevo trovato giovamento e voglia di continuare. Ma il tempo, oltre ad avere caratteristiche quantitative, è dotato di una sua qualità: il cosiddetto momento giusto. Ed era arrivato.
Iniziai con molta reticenza e atteggiamento dubbioso. Mi dicevo: "Se hai conservato il numero di cellulare di Cristina per 5 anni, un motivo ci sarà: fidati di lei, più che dello yoga!"
Dopo solo 2 mesi di pratica, la mia curiosità razionale e emozionale mi indirizzarono alla lettura dei primi libri di yoga. Scoprii un mondo che sentivo mio. In realtà non era una scoperta, ma una rinascita.
Iniziai a praticare yoga al mattino presto. A ripetere i mantra. Uno spazio tutto mio: nella mia solitudine, sentivo che mi stavo ricongiungendo con qualcosa di grande. Un senso di appartenenza ad un enorme grembo materno, che ci racchiude tutti. I pensieri affannosi e molesti diventarono meno persistenti, la rabbia diminuiva, la fiducia aumentava.
Lo yoga è una disciplina multistrato: dipende dal livello di coscienza del praticante e dalla volglia di spostarsi da un livello ad un altro.
In effeti, il nostro corpo è molto più intelligente di noi, sa quello che è giusto fare. Sa quando è arrivato il momento di rallentare, di fermarsi, sa darci i giusti messaggi (di solito sotto forma di malesseri e/o malattie). Se non lo ascoltiamo, urla più forte, provocando maggiore dolore: è la nostra anima che parla.
Lo yoga ha un bizzarro (per noi occidentali) e strano modo per occuparsi dell'anima: utilizza simbologie, linguaggi che sono propri del nostro "essere essenziale", posizioni fisiche che agiscono sui nostri centri energetici principali.
Adesso ho 49 anni e il mio corpo e la mia mente stanno meglio di quando ne avevo 42.
Grazie Cristina, grazie Francesco
Vostra Paola Danese